

@macfranc @fediverso Bel casino è successo quella volta coi gruppi activitypub; adesso c’è fedigroups, volendo
Blind since birth, #accessibility expert, #WordPress blogger, inclusive designer, #HIV awareness advocate. @network federated blog. #WordPress #accessibility #hiv #fediverse #advocacy #activitypub #StopStigma #UEqualsU


@macfranc @fediverso Bel casino è successo quella volta coi gruppi activitypub; adesso c’è fedigroups, volendo


@informapirata @fediverso Sulla faccenda hashtag del fediverso vs. tag di WordPress, devo aggiungere una dritta che ho scordato.
Il post di ActivityPub funziona così: se dalle impostazioni si setta “automatico”, lui di default prende [title] [excerpt] [permalink] [tags]
non credo ci sia bisogno di spiegare in modo non-tecnico cosa siano queste variabili.
Se, come scritto nel post precedente, io rimuovo il tag dal post (e dall’elenco tags) perché inutile per il resto del sito, questo non mi entra nel post che poi passa nel fediverso una volta pubblicato.
Quindi, nel migliore dei casi, si lascia l’excerpt vuoto sostituendolo con uno-due paragrafi seguito da un blocco “altro”, o qualunque sistema si voglia usare per il “leggi di più”… Se non trova il riassunto (excerpt) lui prende la prima parte. Che è meglio strutturare con una intro sintetica e gli hashtag, poi c’è anche un flag nelle impostazioni blocco, che te lo fa vedere o meno questo excerpt quando apri il sito.
Dopodiché da WordPress -> tags (a seconda del plugin SEO) gli si toglie l’indicizzazione a quel povero tag solitario, e sul sito eventualmente si linka la risorsa esterna più accreditata a quell’evento specifico.
Ma io rimango sempre dell’idea comunque di non usare troppi tag, di non perdere nella qualità e organizzazione dei contenuti, per star dietro ai trend che ancora poco e ti mordono le dita dei piedi.


@informapirata @fediverso Grazie del boost, e, spero di essere stata abbastanza chiara.
Ero al WordCamp con la mia postazione da nomade digitale.
Il merito però è tutto di Matthias Pfefferle che ha sviluppato il meccanismo. E spero di poterne parlare in altre occasioni perché ce ne sono decisamente pochi, podcast/canali che parlano in italiano del fediverso.
Occhio però ai trappoloni:
⁃ cosa si federa. Non è che convenga federare ogni singolo dannato post, dipende da cosa il creator vuole metterci
⁃ occhio ai tag. Siccome diventano hashtag, ci sono delle situazioni in cui vanno in conflitto gli usi dell’uno e dell’altro.
⁃ Se per esempio ho un tag specifico per una giornata, tipo “WAD25” per dire “World AIDS Day 2025”, potrebbe funzionare come hashtag per il post che dovrebbe andare in tendenza quel giorno. Però su WordPress, resterebbe un povero tag orfano che resta lì solo solo, perché lo uso quell’anno e non lo userò più. Mentre magari “WAD” (WorldAidsDay) lo userei tutti gli anni.
Anche se sinceramente per questa cosa qua mi comporto in modo diverso. Agisco a manina.
Questo non l’ho detto nel WordCamp perché se no mi si dilungava, ma per evitare post che abbiano un tag solo, io prendo, metto l’hashtag, lo lascio pure diventare tag se vuole. Dopodiché, una volta pubblico nel fedi, vado nel post, lo modifico, individuo l’hashtag nel testo, ci metto un link esterno all’evento in questione (o interno nell’ipotesi di una pagina dedicata) e poi da amministrazione -> tag, tiro via il tag che contiene il post singolo.
Sono qua per domande se serve. O consigli da chi ha più esperienza di me.


@strk @snow @fediverso @addio-big-tech le uso le AI, ma IRC non lo uso più


@snow @fediverso @addio-big-tech …per non parlare di tutte le volte che in giro per i canali informatici (parlo di IRC un paio di decenni fa), che mi davano del troll perché non credevano. Donna, non vedente, che si avvicina a linux, o ci provavano sessualmente o dicevano che era una scusa per non leggere la documentazione. Per cui, ho anche una certa paura a riprovarci temendo di venir trattata allo stesso modo se chiedo aiuto di nuovo. Ora ho mezzi per difendermi ma vorrei usare l’energia per imparare. Ora ho altri task da smarcare, tipo altri 8 capitoli di un libro complesso da tradurre da inglese a italiano. Ma seguo il blog di Elena Rossini dove sta mettendo su spiegazioni sul selfhost


@snow @fediverso @addio-big-tech Il mio problema più grosso sai qual è? Leggere tutta l’enorme quantità di log. La maggioranza di questi sistemi (selfhost ecc) basati su linux, sono in command line e io sono cresciuta con la command line. Tutto testuale, per me che non ho la vista sarebbe un paradiso. Ma…
Intanto, un sacco di documentazione piena di evidenziati, sottolineati, che io non vedo. Per cui, se c’è una riga di comando con un parametro al posto di un altro, mi può sfuggire.
Poi sui file di log, che li devo leggere praticamente un carattere alla volta o quasi, e spesso non conosco il significato di certi messaggi di errore perché non ho competenze avanzate di sysadmin, io divento matta. Configurare un antispam, un firewall, un mailserver ecc… Non ce la farei. Già è tanto se ho configurato un php.ini, un wp-config, un .htaccess ma neanche tutto.


@snow @fediverso @addio-big-tech Invidia. Mi piacerebbe un sacco averci tutte le skill per fare queste cose qua


@informapirata @devnull @fediverso @Meliodas il solito coccodrillo che si morde la coda. La moderazione umana funziona, se l’istanza è relativamente contenuta. Un server con 3 milioni di utenti come è MastodonSocial, come può gestire tutto quel casino?
Loro (i moderatori) possono anche dirti: per evitare che il tuo user venga scansionato da eventuali crawler malevoli, imposta questo questo e quest’altro. Ma sapendo che in tanti vorrebbero pure andare in giro in macchina guidando col telefono in mano, direi che le regole di sicurezza elementari contro spam e truffe potranno essere rispettatissime…
Noialtri però, tra utilizzatori e moderatori, sapendo i punti forti e quelli deboli delle piattaforme, non possiamo esimerci dall’avvertire anche più volte.


@devnull @informapirata @fediverso @Meliodas “questa parte è da brividi” / Bellissima replica costruttiva… Mi verrebbe da spegnere l’interruttore dell’educazione ma evito.
Mi sono espressa effettivamente molto male. Decontestualizzato, sembra che stessi dicendo “questi sistemi aperti sono pieni di buchi”
quello che invece intendevo, è un’altra cosa: il punto di forza del fediverso, è che chiunque può accedere ai post e ai profili come vuole. Per cui, fare un client che becchi tutti i profili con impostazioni privacy visibili, dovrebbe essere facile quanto creare quelli che fanno la scansione degli indirizzi e-mail.
Mi spiace per l’equivoco. Me ne ero già accorta ma poi non ci ho pensato più a spiegarlo direttamente nel post.
PS poi ovvio che uno può prendere e dalle impostazioni privacy della propria istanza disattivare tutte le varie rilevazioni pubbliche, motori di ricerca, apparizioni o meno nei trend, attivare le richieste follower


@macfranc @news Per quello che mi riguarda, un’interfaccia conversazionale solo bambinocentrica, è una truffa. Tu se sei un bot che risponde, devi rispondere a tutte le domande che ti faccio. Per cui, se io voglio capire se il mio contatto mi ha mandato un fumetto che fa ridere o la foto del proprio pene, me lo devi dire che quello è un pene umano. O se anche è un fumetto che fa ridere, e parla di sesso, non mi devi dire che ti rifiuti di leggermelo perché ci sono termini sessuali; io non ci vedo, e un bot/ausilio dovrebbe descrivere quello che vede, non filtrarlo a seconda dei pregiudizi di chi lo produce. Già ne ho abbastanza degli umani che descrivono le cose a metà e ci mettono in mezzo i giudizi, dalla tech specie se pago pretendo di più.
Il mio punto di vista non è fra l’altro solo di una cieca informatizzata ma quello di una creator che scrive di HIV, scrive di crime, se non vogliono parlarmi di sesso, i conversazionali intelligenti, dovrebbero andare direttamente dal virus e dirgli: “HIV, puoi cambiare metodo di trasmissione per favore? Puoi trasmetterti col casto bacio sulla guancia? Già la lingua in bocca sarebbe troppo. Sai, i miei producer non vogliono che parlo di altro!” [SARCASMO]
Non fraintendetemi; io non sono una di quelle persone che si fanno scrivere le storie dai conversazionali. Li uso principalmente per mettere in ordine le idee che ho già scritto ma soprattutto per tradurre in italiano o in inglese quello che per qualunque ragione non riesco a fare in autonomia; sinceramente, sentirmi dire ogni 3x2 “mi spiace, non posso continuare con questa narrazione”, ha iniziato a darmi parecchio fastidio. E le uso anche per descrivere informazioni altrimenti solo visive.
Io voglio provarla quando esce 'sta cosa per gli adulti, non per porno ma come attivista.
Poi, per quanto riguarda i companion, quelli usati per compagnia erotica e no? Consiglio di leggere un report, una storia, che ha condiviso Timnit Gebru, ex ricercatrice Google, ora fondatrice del DAIR (Distributed Artificial Intelligence Research) institute, licenziata da Google proprio dopo aver messo in guardia sui pericoli dell’abuso dei modelli linguistici di grandi dimensioni.


@informapirata @fediverso @Meliodas Sono pienamente contraria al discorso “si fa un po’ di selezione naturale” perché noi con esperienza, dobbiamo aiutare le persone nuove (o più ingenue) a diventare più attente. A volte uno non si difende perché non ha gli strumenti e, per il fediverso, nessun corso di sicurezza ti mette in guardia. Dobbiamo difenderci da soli e fare comunità. Se dobbiamo mandar via qualcuno, farlo “selezionare”, non è certo chi viene truffato ma il truffatore.
Potrei in teoria essere d’accordo col darwin award, sulla faccenda dei sensitivi e delle donnine prosperose che cercano un uomo. Per il solito discorso: ti auguri che coi moderatori umani, uno gestisca meglio le cose! A queste persone manca il dettaglio “grossissima istanza, poca moderazione”.
Troppa gente abusante si iscrive a MastodonSocial perché è un’istanza enorme. Ora non è che tutti quelli là dentro sia abusante, anzi. Gli abusanti però trovano più spazio in mezzo alla folla. Si confondono in mezzo.


@informapirata @fediverso @Meliodas Più che altro, sapendo che è gestito da moderatori umani, uno può ingenuamente pensare che gli amministratori possano in qualche modo chiederti di cambiare mail perché a essere attaccati siano stati loro, non tu. Per quello è importante avvertire. Invece i software che gestiscono il fediverso possono essere vulnerabili proprio perché basati su standard aperti


@francal @informatica Sarà anche mona (stupido) Musko, ma è pieno di soldi e potrebbe prendere Linus e portargli via anche le mutande (comprarsi linux tutto di un botto se volesse, iniziando a finanziare comunità qua e là).
Non sono una developer, ma siccome esistono i qazzeggi anche nello sviluppo, ecco, ne ho visti tanti. Puoi scrivere anche mille easter egg nel codice, che non servono assolutamente a niente. Fare copia-incolla di codice (bacato) di altri. E risultare per Musk iperproduttivo. Guarda a ‘sto punto mi ci metto anch’io. Gli scrivo un bel po’ di righe inutili


@gazzettadelcadavere @giacomo @raccoon @pirati Ma anche le discussioni di chi i politici deve promuoverli! Guarda nei media, guarda ovunque… Con quelli che inquinano il dibattito su temi difficili. Per i più, la libertà di internet è il male


@giacomo @raccoon @pirati @gazzettadelcadavere Il problema enorme della politica è che si sta estremizzando. La complessità dei diritti civili, sociali, digitali, non fa presa su chi si sente con le spalle abbastanza scoperte da lamentarsi e indignarsi a comando, ma abbastanza coperte da non sentire l’esigenza di una politica e una società equilibrata. E i diritti digitali sono i primi a pagarne le conseguenze. Mettici poi l’impreparazione di chi ora è al potere e che il digitale lo vive in modo passivo…
@macfranc @fediverso sai che tempo fa avevo anche pensato di creare una community sull’accessibilità di hardware e software su feddit. Poi però ho fatto i conti col fatto che non sono mai stata brava a gestire gruppi di persone (tipo io un flame lo modererei immediatamente bloccando dalla scrittura chiunque vi partecipi). Mi chiamerebbero Trump. Ma soprattutto, ho realizzato ancora una volta che la giornata ha 24 ore e ho già la todo list piena di “incomplete” già così