Il tribunale ordina a Cloudflare di bloccare e identificare il cliente del “sito pirata”

Il Tribunale di Roma ha ordinato a #Cloudflare di agire contro uno dei suoi clienti, il sito di streaming pirata ‘Guardaserie’. Cloudflare è tenuta a disconnettere il sito e a bloccare i nomi di dominio correlati, compresi quelli che saranno registrati in futuro. Inoltre, la società deve condividere informazioni che possano aiutare a identificare l’operatore.

@pirati

https://torrentfreak.com/court-orders-cloudflare-to-block-and-identify-pirate-site-customer-241019/

  • nicolaottomano@mastodon.uno
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    1 month ago

    @devil
    Non so perché qui tutti sono contro Cloudflare. È l’unico servizio fra tutti quelli provati (gratuito per di più nel suo piano minimale) che mi dà ampia libertà di amministrazione fin nei minimi dettagli e una rete di nodi capillare.

    Per dire Sucuri, che ho usato per un po’, costa di più, ha meno funzionalità e si ritrova con quattro nodi in croce.
    @informapirata @pirati

    • Joe Vinegar@mastodon.bida.im
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      1 month ago

      @nicolaottomano @devil @informapirata @pirati senza avere sotto mano statistiche, azzardo ad occhio che ci sono almeno due problemi con cloudflare, legati al fatto che è diventato un componente importante di come viene acceduto Internet.
      Se ti importa di tutela dei diritti, questo significa che un’unica azienda (della solita silicon valley), vede il traffico di una parte significativa del web, lo vede anche in chiaro facendo da proxy SSL, avendo accesso a statistiche su utenti, siti, e contenuti come nessun altro ente o azienda; a questo aggiungi che tramite i suoi criteri proprietari decide quali utenti e siti sono malevoli, facendo da polizia istantanea. Se poi sei sostenitore/trice del libero mercato, hai un incumbent con pochi o nessun reale concorrente capace di offrire servizi analoghi alle stesse tariffe (gratis?!).

      • nicolaottomano@mastodon.uno
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        1 month ago

        @joe_vinegar
        Vero, ma questo funziona così con qualsiasi CDN in reverse proxy, che sia Cloudflare, Sucuri, Fastly o chiunque altro.
        Idem per quanto riguarda i fornitori di hosting condiviso, tecnicamente hanno accesso a tutto (o quasi) di un sito.

        Per quanto riguarda le altre considerazioni (incluso il loro ottimo WAF che blocca le minacce quasi in tempo reale) ti rimando a questa mia altra risposta che ho dato poco fa:

        https://mastodon.uno/@nicolaottomano/113340063958473150

        @devil @informapirata @pirati

        • Joe Vinegar@mastodon.bida.im
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          1 month ago

          @nicolaottomano @devil @informapirata @pirati infatti il problema è esattamente sulla questione delle dimensioni in generale, non su cloudflare in particolare. e sul considerare altri aspetti differenti dalle prestazioni e qualità dei servizi offerti (che è sempre l’esca sia per vendor lock-in che per enshittification). mi preoccupa un mercato in cui una realtà è chiaramente predominante. e dal data extractivism sappiamo che non appena quei vantaggi di dimensioni che permettono di offrire servizi migliori a prezzi competitivi permetteranno di instaurare un oligopolio ed un profitto aggiuntivo dalla sorveglianza stessa (chiamala “maggiore disponibilità di dati sul mercato” se fa meno impressione) le alternative saranno messe sempre più fuori mercato. per quando si sveglia un antitrust è un altro mercato distrutto.

          • nicolaottomano@mastodon.uno
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            1 month ago

            @joe_vinegar
            Concordo, ma quando si tratta di prestazioni, sicurezza e resistenza agli attacchi distribuiti non si può prescindere dalla dimensione.
            Anche a me piacerebbe dare da vivere ad un piccolo provider locale, ma so che non sarà mai lontanamente allo stesso livello di Cloudflare.
            Cloudflare* è un equilibrio di Nash verso cui si converge inevitabilmente.

            (*AWS, Google, Azure,… Tutti i grossi player in realtà)

            @devil @informapirata @pirati

    • nicolaottomano@mastodon.uno
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      1 month ago

      @devil
      Cioè, questi sono i datacenter di Sucuri (posizionati anche male sulla mappa, il ché è tutto dire).

      In Africa non c’è un datacenter. In America del Sud solo un Edge CDN in Brasile, così come uno in Australia.

      l’Asia? A parte uno in India ed uno a Tokio, il resto non pervenuto!

      @informapirata @pirati

    • skariko@feddit.it
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      1 month ago

      Non so perché qui tutti sono contro Cloudflare. È l’unico servizio fra tutti quelli provati (gratuito per di più nel suo piano minimale) che mi dà ampia libertà di amministrazione fin nei minimi dettagli e una rete di nodi capillare.

      Per quanto mi riguarda uno dei problemi di Cloudflare è la grandezza: gestisce troppi servizi e connessioni e questo, per me ovviamente, non è mai un bene per la pluralità e per la libertà di e su internet.

      Personalmente, quando possibile, preferisco sempre usare alternative alle Big Tech (è un po’ più piccola di altre Big Tech ma penso possa rientrare nel calderone di queste ormai).

      Non è ai livello di AWS o Google chiaramente, nemmeno eticamente, ma se posso e riesco a farne a meno io generalmente preferisco.

      • nicolaottomano@mastodon.uno
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        1 month ago

        @skariko
        Per ciò che deve fare, “the bigger, the better”.
        Se devi respingere un attacco DDoS vuoi qualcuno che abbia le spalle larghe per reggere e mitigare gli effetti.
        Se sei attento alla velocità, avere un edge server a Napoli che serve il sud Italia è diverso che averne solo uno a Parigi o a Francoforte. 1/

        • nicolaottomano@mastodon.uno
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          1 month ago

          @skariko
          Capisco la logica del “vogliamoci bene”, ma là fuori vuoi essere difeso da uno grosso.
          E quando vuoi, in poche ore puoi rivolgerti a qualcun altro o stare per i fatti tuoi (giusto il tempo di propagare i record DNS nel mondo).

          Mia personale opinione ovviamente. 2/